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Superbonus al 70%, ecobonus e sismabonus: tutte le agevolazioni per il 2024

Dal prossimo anno gli italiani diranno addio allo sconto fiscale al 110% e al 90% ma restano molte opportunità interessanti per sconti che potrebbero arrivare fino all’85%

La grande chance del bonus barriere architettoniche al 75%, destinato probabilmente a un boom. L’ecobonus e il sismabonus, con percentuali diverse a seconda degli interventi, ma che possono arrivare oltre il 70% di sconto fiscale. E un superbonus che, comunque, resta attivo, anche se con la percentuale meno interessante del 70 per cento. Anche se la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni , chiude a ipotesi di proroga per il superbonus con la prossima legge di Bilancio, il 2024 presenterà comunque diverse opportunità per chi vuole effettuare una ristrutturazione.

Superbonus

Archiviata la percentuale del 110%, dal primo gennaio si chiude anche la stagione del 90% per lo sconto fiscale dedicato all’efficientamento energetico. Il prossimo primo gennaio scatterà un altro taglio, che era stato già fissato dal precedente Governo. Quindi, si passa al 70%, che scenderà ancora nel 2025, per arrivare al 65 per cento. Attenzione, però: nel 2024, salvo interventi con la legge di Bilancio, il superbonus sarà riservato soltanto ai condomini.

 

Bonus barriere architettoniche

Il calo del superbonus al 70% rende molto competitive altre agevolazioni. La prima della lista è sicuramente il bonus barriere architettoniche al 75 per cento. Il bonus, infatti, oltre ad avere una percentuale molto interessante, consente di esercitare le opzioni di sconto in fattura o di cessione del credito senza alcuna limitazione e ha un recupero in cinque anni. Per poter usufruire di questa agevolazione è necessario che il fornitore dei beni, l’impresa esecutrice delle opere o un tecnico abilitato rilascino, sotto la loro responsabilità, una dichiarazione che attesti lo stato di fatto preesistente e, a lavori ultimati, occorre che un tecnico abilitato rediga un’asseverazione relativa al superamento e all’eliminazione delle barriere architettoniche. Il bonus barriere è applicabile, oltre che per interventi come l’installazione di ascensori o di montacarichi e rampe, anche per lavori come la sostituzione di infissi e la ristrutturazione di bagni, anche nei singoli appartamenti.

Sismabonus

Anche il sismabonus, per i lavori di ristrutturazione integrale, torna ad avere un appeal notevole. Per le spese di messa in sicurezza antisismica sostenute fino al 31 dicembre 2024, infatti, continua a spettare una detrazione del 50%, che va calcolata su un ammontare massimo di 96mila euro per unità immobiliare (per ciascun anno) e che deve essere ripartita in cinque quote annuali. La detrazione sale (70 o 80%) quando dalla realizzazione degli interventi si ottiene una riduzione del rischio sismico di 1 o 2 classi e quando i lavori sono stati realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali (80 o 85%). Quindi, a conti fatti, è possibile arrivare a percentuali vicine alla versione 2023 del superbonus.

Va ricordato che resta in piedi anche il sismabonus acquisti: chi compra un immobile in un edificio demolito e ricostruito può detrarre dalle imposte una parte consistente del prezzo di acquisto (75 o 85%).

Ecobonus

Anche l’ecobonus diventa competitivo con il superbonus, a partire dal 2024. Qui bisogna fare una distinzione. Per la maggior parte degli interventi la detrazione è pari al 65%, per altri, come la sostituzione di infissi, spetta nella misura del 50 per cento. Le percentuali, però, salgono per i lavori condominiali. Per gli interventi effettuati sulle parti comuni degli edifici condominiali o che interessano tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio, sono previste agevolazioni paragonabili al sismabonus. Quando si conseguono determinati indici di prestazione energetica, si può usufruire di detrazioni più elevate (al 70% o al 75%).

Se, però, sulle parti comuni degli edifici condominiali che si trovano nelle zone sismiche 1, 2 e 3, si combinano i lavori di efficientamento energetico con la riduzione del rischio sismico e alla riqualificazione energetica, è prevista una detrazione ancora più alta, pari all’80%, se i lavori determinano il passaggio a una classe di rischio inferiore, ovvero all’85%, se gli interventi determinano il passaggio a due classi di rischio inferiori.

Gli altri sconti

L’elenco dei bonus non finisce qui. C’è ancora da citare l’agevolazione base del 50%, confermata fino alla fine del 2024, quando si trasformerà in 36 per cento. Al 36% è anche il bonus verde, anch’esso confermato fino alla fine del 2024. Nel 2024 ci sarà il bonus mobili, da agganciare a un lavoro di ristrutturazione, con limite di spesa fissato a 5mila euro, come nel 2023. Scade, invece, nel 2023 il bonus case green, la detrazione del 50% dell’IVA per l’acquisto di immobili di classe energetica A o B.

(Fonte: ilsole24ore.com)

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Condomini, villette e 110%: scatta il doppio countdown

Tra settembre e dicembre gli sconti fiscali al 90% e al 110% andranno in pensione (salvo proroghe). Dal 2024 si passerà al 70% per gli edifici condominiali. Garanzie dalla delega, spiraglio dal nuovo Pnrr

Condomini e villette all’ultima volata. Poi, il superbonus entrerà in una nuova fase, dai contorni ancora in qualche modo incerti, ma nella quale i livelli di agevolazione ai quali i contribuenti si sono abituati a partire da luglio del 2020 sembrano destinati a saltare.Un riepilogo del calendario aiuta a mettere a fuoco la situazione. Il 30 settembre, tra due mesi esatti, scadrà il termine per le villette e le abitazioni unifamiliari indipendenti che vogliano sfruttare l’ultima finestra disponibile per portare le spese al 110 per cento. Si tratta di immobili che già al 30 settembre 2022 dovevano avere raggiunto un avanzamento pari almeno al 30% dei cantieri. Quindi, sono opere aperte da molto tempo, per le quali è arrivato il momento di effettuare gli ultimi bonifici e chiudere i lavori.D’altronde, i dati aggregati di Enea dicono che, ormai, per questi immobili gli investimenti asseverati sono pochissimi: siamo nell’ordine di 200 milioni di euro al mese, quando a inizio anno si viaggiava almeno al ritmo di un miliardo ogni 30 giorni. Segno che la loro corsa si sta già esaurendo. E che, allo stesso tempo, l’altra forma di sconto disponibile per le villette non ha dato risultati significativi. Fino al 31 dicembre, infatti, i lavori avviati nel 2023 su villette e unifamiliari possono ottenere un superbonus al 90% (disegnato dal Governo alla fine dello scorso anno), a condizione che rispettino alcuni requisiti: tra gli altri, è possibile intervenire solo sull’abitazione principale e solo per chi abbia un reddito non superiore a 15mila euro, calcolato in base al quoziente familiare.

Questa chance, dicono sempre i numeri di Enea, è stata poco utilizzata nel corso di quest’anno. Ma non sarà più disponibile dal prossimo, quando il superbonus per questi immobili non dovrebbe essere riproposto. Non è la sola strada che si chiuderà a fine anno. Se, in base alla normativa vigente, per le villette il superbonus non sarà più disponibile nel 2024, per i condomini sarà accessibile in versione depotenziata, al 70 per cento. Bisogna ricordare che, attualmente, esistono due diverse situazioni per i lavori condominiali. Ci sono condomini che hanno avviato le opere dopo la stretta di novembre 2022: per loro c’è uno sconto al 90% nel 2023. E ci sono condomini che, invece, sono riusciti a sfruttare le deroghe messe a disposizione dal decreto Aiuti quater (Dl n. 176/2022): per loro c’è il 110% anche quest’anno, ma solo fino al 31 dicembre. In entrambi i casi, comunque, l’imperativo è affrettarsi, perché il termine per i bonifici è fissato a fine anno. È probabile che si verifichi spesso la situazione che già abbiamo visto ripetersi in questi anni, in corrispondenza di scadenze simili. Si cercherà di anticipare i pagamenti per congelare lo sconto, anche prima dell’esecuzione dei lavori. È una strada ammessa (e conveniente) in termini fiscali, ma che lascia spazi a contenziosi con le imprese esecutrici. Con il superbonus 2024, comunque, si passerà al 70 per cento.

Una percentuale che vale anche per le case popolari, a partire dal prossimo anno, in caso di ristrutturazioni di edifici condominiali: per gli ex Iacp il 110% sarà disponibile fino alla fine dell’anno, ma solo a condizione che entro il 30 giugno l’avanzamento del cantiere fosse almeno a quota 60% (circolare 13/E delle Entrate).Resta, poi, sullo sfondo il tema delle proroghe, che potrebbe essere reso più urgente dai danni provocati in queste settimane dal maltempo. Dall’Ance è già arrivata la richiesta di portare in avanti il termine di fine anno, per i lavori condominiali. In questo modo, non ci sarebbe una riapertura della finestra disponibile per il 110%, ma solo una coda più lunga per i condomini che hanno già avviato le opere. Il motivo di questo allungamento è da ricercare nelle frenate che le regole sui crediti fiscali hanno portato in questi mesi. Ma c’è chi chiede un rinvio per il termine del 30 settembre per villette.La decisione è attesa con la prossima legge di Bilancio. Anche se su un eventuale rinvio pesano le coperture. I soldi a disposizione saranno pochi e potrebbero bastare appena per una leggera rimodulazione del superbonus dal prossimo anno. Su questo quadro pesano due ulteriori elementi. Da un lato la delega fiscale, approvata venerdì in commissione Finanze al Senato ha posto gli incentivi finalizzati all’efficientamento energetico fra quelli meritevoli di tutela. Dall’altro la revisione del Pnrr ha previsto nuovi fondi per un superbonus al 100% destinato, però, solo a chi ha redditi medio-bassi.

(Fonte: ilsole24ore.com)